
Architettura della soglia: il Caffè Nazionale di AMAA con FritsJurgens
Il progetto del nuovo Caffè Nazionale di Arzignano (Vicenza), firmato dallo studio AMAA, si presenta come un’opera viva e stratificata, capace di accogliere il passato e trasformarlo in materia attuale. Qui, la memoria non è nostalgia, ma architettura in divenire: riaffiorano le superfici decorate mentre il pavimento a mosaico dialoga con un soffitto ligneo che integra luce e acustica. Ogni elemento costruttivo, oltre che visibile, imperfetto e dichiarato, racconta un tempo che continua a scorrere. In questo equilibrio tra restauro e inserimento contemporaneo, l’elemento centrale della narrazione è il tema della soglia, che AMAA esplora con intensità attraverso due grandi porte pivotanti dotate di sistema FritsJurgens: una conduce dall’esterno all’interno, l’altra mette in relazione il caffè con un giardino di betulle quasi metafisico. Non semplici varchi, ma dispositivi poetici di transizione e trasformazione, che accompagnano il visitatore in un’esperienza fluida, coinvolgente e profondamente umana.
La porta principale, progettata da Marcello Galiotto di AMAA, colpisce immediatamente per il suo carattere scultoreo: una superficie in ferro dalla finitura calda e materica, simile al bronzo, e una forma diamantata, che si proietta verso l’esterno e che richiama gli ingressi industriali del passato e della tradizione locale. Galiotto rifiuta l’idea di una classica porta in vetro, scegliendo invece un elemento chiuso, deciso e forte, che funge da soglia fisica e concettuale: un omaggio alla memoria del luogo e insieme un invito ad attraversare un confine. Si entra danzando con la porta, lasciandosi alle spalle qualcosa.
Questa soglia non è infatti solo un passaggio tra esterno e interno, ma un rito di trasformazione. Galiotto attribuisce grande valore all’esperienza del varcare la soglia, un tema che attraversa la filosofia progettuale di AMAA e che trova espressione compiuta nell’uso del sistema pivotante FritsJurgens. Il movimento fluido e silenzioso della porta, paragonato a una danza, amplifica la percezione del gesto di entrare. Non si tratta solo di funzionalità, ma di emozione: una transizione fisica che diventa anche interiore, in sintonia con tradizioni culturali che riconoscono alla soglia un valore quasi sacro.
Se la porta d’ingresso del Caffè Nazionale segna il passaggio tra città e luogo, quella interna interpreta il tema della soglia come esperienza sensoriale. Imponente nelle dimensioni ma leggera nel gesto, è una porta pivotante in alluminio microforato che si muove con la delicatezza di un semplice e leggero tocco. La sua superficie ondulata si estende oltre il battente, abbracciando l’intera parete e conferendo all’ambiente una continuità materica che valorizza la convivialità del caffè. Lo stesso materiale viene ripreso nei pensili alti dietro il bancone, stabilendo un filo conduttore visivo e tattile tra le diverse aree del locale.
L’alluminio dialoga con discrezione con gli elementi storici dello spazio, senza mai sovrastarli. Le perforazioni filtrano la luce proveniente da una finestra nascosta che si affaccia su un giardino interno, regalando scorci inattesi e un’atmosfera luminosa ma intima, soprattutto nelle stagioni più miti. Anche qui, la porta non è solo un dispositivo funzionale ma un elemento di narrazione: nel suo movimento fluido e silenzioso, reso possibile dal sistema FritsJurgens, racchiude l’invito a lasciarsi alle spalle il frastuono quotidiano, mantenendo però un legame sottile con il mondo esterno. Una soglia da attraversare, non per isolarsi, ma per riconnettersi con se stessi.
Photo Credits: Mikael Olsson